Geotritone
Il geotritone è uno dei pochi vertebrati al mondo, rimasto uguale a se stesso, da milioni di anni. Il suo habitat: la grotta, è l’ecosistema fisso per eccellenza, permettendogli di raggiungere un eccellente adattamento evolutivo. Questo piccolo drago è un anfibio sorprendente: l’unico che non depone in acqua le sue uova, l’unico che esegue una sorta di cure parentali, uno dei pochissimi che non ha colorazioni particolari e che si muove anche in pieno inverno.
Gli enormi sistemi carsici del Monte Nerone e del Monte Catria ospitano una popolazione di geotritoni di grande importanza nel panorama nazionale e internazionale. I geotritoni cavernicoli si mantengono nel settore vicino all’entrata e nel settore mediano se si tratta di grotte con un certo sviluppo planimetrico. Vederli, se sono attivi, è piuttosto semplice; le loro battute di caccia, in cui cercano di afferrare con la lingua insetti e aracnidi, sono fatte di movimenti lentissimi e lunghissime attese. Bisogna avere il massimo rispetto di questo animale: non gli va puntata la luce addosso, non va fatto rumore e non bisogna assolutamente cercare di maneggiarlo perché la sua pelle è talmente sensibile che il contatto con la nostra, molto più calda della sua, potrebbe provocargli piccole ustioni alle zampe.
Grotta significa umidità costante ma non per forza acqua, così la femmina di geotritone depone le uova a terra, al riparo dal rischio di disidratazione. Una scelta che ha il costo di allungare i tempi di schiusa fino a 9 mesi. In questo lungo lasso di tempo il geotritone assume atteggiamenti di difesa nei confronti delle sue uova mantenendosi a lungo vicino ad esse.
In aree dove non esistono fenomeni di carsismo, il geotritone vive nel bosco, nelle cavità degli apparati radicali degli alberi, con l’interno in decomposizione degli alberi morti sdraiati al suolo o con il piccolo spazio vitale che si crea sotto il cumulo di tronchi ammucchiati a terra, si muove allo scoperto col favore delle tenebre.
Il geotritone (Speleomantes italicus) è un anfibio dell’ordine degli urodeli, con una lunghezza del corpo di 8-9 cm, raramente fino a 12 cm, coda compresa, possiede zampe relativamente lunghe, parzialmente palmate, con dita corte e tozze: caratteri che gli permettono di essere un ottimo arrampicatore, sulle rocce e non solo. Il muso è squadrato, gli occhi grandi e sporgenti, l’epidermide sempre umida che favorisce la respirazione cutanea, scura con evidenti marmorizzature biancastre nella parte inferiore. La lingua è l’arma con cui caccia: è particolarmente appiccicosa e viene estroflessa all’occorrenza.
La specie italiana del geotritone è un endemismo diffuso prevalentemente lungo l’Appennino dall’Emilia Romagna all’Abruzzo.
Il geotritone è rigorosamente protetto in base alla Convenzione di Berna del 1979 ed è inserito nella lista delle specie di interesse comunitario all’interno della Direttiva Habitat del 1992 (Allegato D). Dal 1997 è anche nella Lista Rossa dei vertebrati italiani. Malgrado questi provvedimenti legislativi, in mancanza di una appropriata legge nazionale o almeno regionale per la tutela della fauna minore, i danni che possono essere inflitti ad una specie come questa e ai suoi habitat, vengono il più delle volte verificati quando è troppo tardi, senza cioè quella irrinunciabile opportunità di prevenire azioni quasi mai recuperabili.