Grotta della Volpe
La grotta è stata topografata, studiata, resa nota al mondo speleologico e catastata presso la Regione Marche dal gruppo speleologico di Città di Castello nei primi anni ‘80. Tuttavia nella cavità sono certamente entrati avventurieri locali cui si deve la denominazione, rispettata dagli speleologi.
Questa grotta è quasi unica nel suo genere, aprendosi nella formazione Marnoso-arenacea, una successione di strati impermeabili e non corrodibili, e quindi non carsificabili. Nessuno speleo-esploratore cercherebbe grotte in questo contesto geologico, ma un anziano del luogo parlò e diede informazioni utili al suo ritrovamento, allo speleologo Marco Bani, l’indicazione divenne credibile quando gli speleologi constatarono che le arenarie in quell’area presentano uno spesso strato contenente calcare. Raggiunta la galleria principale è interessante notare come sul piatto “soffitto” un insieme di forme tendenti ad esser parallele, si tratta della contro-impronta del fondale marino sopra il quale alcune centinaia di migliaia di anni or sono quella stratificazione si è adagiata dopo lo scivolamento sulla scarpata inclinata sommersa.
La visita a questa grotta non presenta pericoli ma è sconsigliabile avventurarsi da soli, sia perchè nella stretta fessura d’ingresso, nel caso di argilla bagnata, si potrebbero trovare difficoltà sia perchè con la guida si fruisce delle spiegazioni e delle descrizioni su questa grotta che non ha eguali, essendo esito di un fenomeno e di circostanze pressoché unici.